
Ci sono anche molte altre chiese ortodosse, soprattutto romene, spesso ospitate in locali di altre chiese cattoliche, come la parrocchia dell’Esaltazione o Elevazione della Santa Croce in zona Tuscolana. Un luogo di culto che è diventato punto di riferimento per i tanti fedeli ortodossi di origine romena che provengono da tutta la città di Roma.
La parrocchia Cristiano-Ortodossa Romena «Esaltazione della Santa Croce» è gestita dal pastore Padre Cipriano. Si trova a Roma, precisamente in via A. Viviani. Il luogo di culto – l’edificio – appartiene da principio alla Chiesa cattolica; la Chiesa delle Suore dell’Assunzione ha dato in gestione una parte dell’edificio alla comunità ortodossa, appunto, romena. Il nome Esaltazione della Santa Croce rimanda al termine «esaltazione» inteso come innalzamento e si riferisce a quando la Croce di Cristo venne sollevata e alle conseguenze storiche e spirituali che avvolsero l’evento.
A questo evento viene affiancato il ritrovamento da parte della madre dell’imperatore Costantino I Sant’Elena della vera Croce di Cristo; festeggiato il 14 settembre dal 327 fino ad oggi.
Inoltre, l’aggettivo «romeno» non fa riferimento esclusivamente alla comunità che vive nel territorio della Chiesa o alla provenienza d’origine, ma al tipo di cristianesimo dal quale attinge, ovvero quello del Patriarcato romeno. Questo perché, la chiesa è frequentata anche da altre provenienze nazionali, come ad esempio quella italiana o albanese.
Il patriarcato della chiesa ortodossa romena si costituiscea partire dal 1872, quando la Moldavia e la regione di Valacchia si unificarono per dare vita alla Romania (1859) e con essa le rispettive chiese.
Invece, il luogo di culto in questione, gestito da padre Cipriano, viene a costituirsi attorno all’esigenza della comunità stessa che, sempre più numerosa e con nuovi arrivi da Oriente, vuole radunarsi entro un proprio specifico territorio di comunità.
Chi ha già letto gli altri Focus sulle Icone o sui Luoghi di Culto, ha potuto constatare le differenze tra le varie Chiese cristiane. Da qui è possibile riflettere sulle modifiche – soprattutto interne e di “arredamento” – che la comunità ortodossa ha dovuto fare per poter creare una “casa propria”. Dalle decine di icone sulle pareti, alle differenti modalità di seduta e con esse l’esigenza di un coro; non è possibile entrare all’interno di questa chiesa senza notare l’imponente iconostasi che struttura il cuore principale della funzione religiosa. La chiesa è stata riconosciuta dallo Stato italiano dal 2011, eppure, gli accordi di intesa non sono ancora giunti ad una conclusione. Nonostante ciò, motivi e propositi di Dialogo interreligioso non vengono a mancare: ne è un esempio il percorso intrattenuto dai fedeli della comunità, sotto lo sguardo fiducioso del sacerdote, assieme al Centro Astalli, uniti sotto lo spirito del Progetto Incontri.
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