Scheda 4 – Donne rifugiate

Ha detto

donna rifugiata

Sono stati i miei fratelli a organizzare la mia fuga. Essendo la più piccola e l’unica donna di otto figli, hanno deciso che se qualcuno della famiglia doveva salvarsi, quel qualcuno dovevo essere io.

Lasciare tutto e tutti è stato molto doloroso, ma in fondo penso che l’abbiano fatto per amore.

(Habiba, rifugiata dalla Costa D’Avorio)

Si parla di … donne rifugiate

Una moltitudine senza diritti

In tutte le popolazioni di rifugiati, circa il 50% delle persone è costituito da donne e ragazze. Lontane dalla loro casa, dalla loro famiglia, senza la protezione del loro governo, le donne sono particolarmente vulnerabili. Devono affrontare le difficoltà di viaggi molto lunghi verso l’esilio e spesso l’indifferenza per la loro situazione. Rischiano di subire attacchi da parte dei soldati, appartenenti alle forze di sicurezza, gruppi armati, banditi, pirati o altri sfollati. 
A volte i contrabbandieri aiutano le donne a passare il confine in cambio di prestazioni sessuali o soldi. 
Nei campi profughi le donne rifugiate rappresentano quasi sempre l’unica speranza di sopravvivenza per i loro figli, proprio nel periodo in cui sono meno in grado di sopportare questo peso da sole. Ogni giorno è una sfida. Si comincia all’alba facendo la fila per l’acqua in mezzo al fango del campo. Poi, le taniche da trasportare fino alla tenda. E ancora chilometri e chilometri di cammino per raccogliere qualche ramo secco con cui cuocere gli ingredienti della razione alimentare. Cibo che, molto spesso, viene distribuito dagli uomini secondo criteri arbitrari, a volte dirottato per altri scopi venduto al mercato nero. 
La maggior parte delle donne in fuga non arriva a chiedere asilo all’estero. Tuttavia, per molte, anche l’asilo non significa salvezza. Esse sono spesso soggette ad abusi da parte di poliziotti o membri delle popolazioni locali. Questo le espone al rischio di malattie, in particolare al contagio dell’AIDS nelle regioni africane. 
Una piccola minoranza di donne rifugiate cerca asilo nei paesi industrializzati. Anche quando sono trattate con rispetto molte donne sono troppo spaventate per descrivere le loro umilianti esperienze davanti a stranieri.

Quante sono le donne rifugiate in Italia?

Nel 2019, l’Eurostat ha stimato che a richiedere la protezione internazionale in uno dei 28 Stati Membri dell’Unione Europea siano stati 612.700 migranti di cui  233.438 donne, ovvero una percentuale pari al 38,1% del totale.

Molto più bassa la percentuale in Italia. Infatti, nello stesso periodo hanno formalmente presentato la richiesta di protezione internazionale 43.783 migranti di cui 11698 donne (27%), provenienti principalmente dal Pakistan, dalla Nigeria e dal Bangladesh.

Le iniziative internazionali per le donne

Nella quarta Conferenza mondiale dell’ONU sulla condizione femminile tenutasi a Pechino nel 1995, è stato affrontato il tema dell’uguaglianza, dello sviluppo e della pace. La Conferenza si è conclusa con l’approvazione di una piattaforma d’azione e di un documento di principi: la Dichiarazione di Pechino.

Le richieste ai governi sono state le seguenti:

  • riaffermare l’impegno preso due anni prima alla Conferenza di Vienna sui Diritti Umani, riguardo l’universalità e l’indivisibilità dei diritti umani delle donne;
  • riconoscere la violenza inflitta dai governi alle donne e impegnarsi a sradicarla;  portare i colpevoli davanti alla giustizia e prevedere un risarcimento per le vittime; affermare che lo stupro durante i conflitti armati rappresenta una violazione dei diritti umani e impegnarsi a rispettare le leggi internazionali sui diritti umani durante i conflitti armati;
  • impegnarsi  a sradicare forme di violenza quali le mutilazioni genitali femminili; la violenza in famiglia  e nella società; fare in modo che i diritti umani delle donne attiviste siano garantiti e rispettati; 
  • sforzarsi di ratificare  e mettere in atto i trattati internazionali che hanno un impatto sui diritti umani delle donne. 

La maggior parte di questi temi non è stata purtroppo al centro del dibattito in molti Paesi e inoltre alcuni governi hanno espresso riserve sulla Piattaforma concordata, selezionando di fatto i punti su cui intendono impegnarsi e scartandone altri. 
Nel 2005 le delegazioni di oltre 100 Paesi si sono riunite a New York per verificare i traguardi raggiunti a dieci anni dalla Conferenza di Pechino. Molti i passi in avanti fatti in alcuni ambiti come l’istruzione, la partecipazione politica e l’eliminazione di leggi discriminatorie. Rimane comunque grave la situazione per molte donne in tante aree del mondo dove l’uguaglianza di genere è un obiettivo lontano. Ancora troppe le violenze contro le donne, soprattutto nelle aree di conflitto.

Parole da leggere, parole da ascoltare

Canzoni, racconti, video per descrivere storie di donne in esilio.
In questa sezione potete trovare canzoni ispirate a questo tema e testimonianze dirette di donne che sono state costrette a scappare da guerre ingiuste e da atroci persecuzioni.
La lettura, la visione e l’ascolto di questi contenuti vi permetteranno di conoscere meglio la realtà delle donne rifugiate. 


Prayer of the Mothers – Yael Deckelbaum con Lubna Salame, Daniel Rubin, Miriam Tukan, coro Rana, Ebrei di Dimona e artisti vari

Questo testo, cantato in ebraico, arabo e inglese, è frutto dell’alleanza tra la cantautrice Yael Deckelbaum e un gruppo di donne coraggiose, che guidano il movimento “Women Wage Peace”, nato nell’estate del 2014 durante l’escalation di violenza tra Israele e Palestina. Per questo migliaia di donne ebree e arabe hanno dato vita al progetto “March of Hope”, marciando dal Nord di Israele a Gerusalemme. Una chiamata che ha raggiunto il suo culmine il nell’ottobre 2016, in una marcia di almeno 4.000 donne, metà delle quali palestinesi e metà israeliane, a Qasr el Yahud, sul Mar Morto settentrionale.


Donne rifugiate: più sole, più indifese

Di seguito tre testimonianze di donne e delle loro storie di coraggio raccolte dal Centro Astalli. Private della protezione della loro casa e spesso della loro stessa famiglia, le donne rifugiate sono particolarmente vulnerabili. Spesso devono affrontare lunghi viaggi per cercare rifugio fuori dal proprio paese e, anche quando sembrano aver trovato un luogo apparentemente sicuro, devono sopportare indifferenza e talvolta anche molestie e abusi sessuali. Le donne rifugiate affrontano tutto questo mentre sono madri, insegnanti e capofamiglia. 

 

Ester, rifugiata dalla Costa d’Avorio. Testimonianza raccolta in occasione della Giornata del Rifugiato 2015 – 16 giugno 2015

 

Charity, rifugiata dal Camerun. Testimonianza raccolta in occasione dell’inaugurazione del centro Matteo Ricci, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – 4 febbraio 2019

Per saperne di più navigando in rete

In questa sezione trovate l’elenco di alcuni siti web in cui potete reperire informazioni e notizie che vi aiutino ad approfondire la conoscenza della realtà di molte donne costrette a fuggire dal loro Paese a causa di guerre e persecuzioni. Si tratta di una delle categorie più vulnerabili tra i rifugiati.

UNHCR: digitando “Women” si arriva a un’ampia sezione sulla tematica delle donne rifugiate
ICRC: sito della Croce Rossa Internazionale
AMNESTY INTERNATIONAL: digitare “donne”
WOMENS REFUGEE COMMISSION: sito di un’importante associazione internazionale per la protezione delle donne e dei bambini rifugiati
UN WOMEN: sito dell’agenzia ONU sull’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne

Se vuoi approfondire con libri e film

Le vicende legate alle migrazioni e all’esilio delle donne vittime di persecuzioni hanno spesso ispirato scrittori e registi italiani e stranieri.
Numerosi i film e i libri che vi permetteranno di approfondire la realtà delle donne rifugiate.

Siamo tutti profughi- di Malala Yousafzai, Liz Welch- Garzanti, 2019
Io sono con te. Storia di Brigitte – Melania Mazzucco – Einaudi, 2016
Solo la luna ci ha visti passare – Maxima con Francesca Ghirardelli – Mondadori, 2016
Fiore del deserto – Sherry Hormann – Germania, Gran Bretagna, Austria, 2016

Scarica la scheda 4 del sussidio Nei panni dei rifugiati

4 Settembre 2014