CENTRO SAMIFO

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Il SaMiFo (Salute Migranti Forzati) è una Struttura Sanitaria a Valenza Regionale per l’assistenza e la cura di richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale. Nato nel 2006 con un protocollo d’intesa tra la ASL Roma 1 e il Centro Astalli, ha sede nel poliambulatorio di via Luzzatti, vicino a Piazza Vittorio e alla Stazione Termini, luoghi storicamente molto frequentati dai migranti presenti in città. Rappresenta pertanto una realtà consolidata di collaborazione tra medici e operatori sanitari del servizio pubblico e operatori e mediatori del privato sociale specializzati nell’ascolto e nell’acco glienza dei migranti, oltre che un servizio a cui accedere facilmente e un presidio a garanzia del diritto alla salute.

Le persone che si rivolgono a SaMiFo presentano spesso problematiche complesse: patologie fisiche, sofferenze psichiche legate alle esperienze traumatiche passate, al viaggio e e alla precarietà delle condizioni di vita in Italia. Nei mesi di lockdown la struttura ha mantenuto attive i servizi riguardanti la medicina di base e l’area di ostetricia-ginecologia per le donne in gravidanza.

Vista l’impossibilità per i rifugiati di uscire dai centri di accoglienza, molti colloqui psicologici e molte consultazioni psichiatriche si sono svolti a distanza, spesso con la presenza fondamentale dei mediatori linguistico-culturali. A partire dalla seconda metà di maggio, il SaMiFo ha ripreso tutte le sue linee di attività: la medicina di base per tutti gli utenti, il consultorio per l’assistenza alle donne, con particolare attenzione alle vittime di mutilazioni genitali femminili e ai percorsi di gravidanza, la psichiatria, la psicologia e la medicina-legale, rivolti in particolare ai migranti vittime
di gravi traumi come violenze e torture.

Nel corso della pandemia è stato fondamentale il lavoro di rete con i servizi sociali del Centro Astalli: l’erogazione di sostegni economici per poter effettuare esami o visite specialistiche, la distribuzione gratuita di farmaci presso l’ambulatorio del Centro Astalli, la collaborazione con l’Ambulatorio del Sovrano Ordine di Malta dove è stato possibile eseguire esami strumentali e di laboratorio a titolo gratuito, hanno consentito di limitare l’urto di una crisi che ha generato ancora più precarietà e povertà, incidendo sulla salute delle persone più fragili.

Grazie a fondi di progetti europei e del Servizio Sanitario Nazionale, nella seconda metà del 2020 sono state avviate nuove attività di screening e di cura direttamente legate al contrasto della pandemia di Covid-19, offerte sia ai rifugiati che agli operatori dei centri e dei servizi di accoglienza del territorio. Tra queste: test sierologici per la rilevazione degli anticorpi da infezione da Covid-19, tamponi antigenici e la somministrazione di vaccinazioni antinfluenzali.

Anche nel 2020, grazie alla rete di collaborazione del Tavolo Immigrazione e Salute, una realtà di coordinamento nazionale dei principali enti di tutela che si occupano di migranti e salute, si è potuta svolgere un’azione costante di advocacy e di interlocuzione con le istituzioni nazionali e del territorio.